TEST DI AMMISSIONE A MEDICINA ED ODONTOIATRIA
03 settembre 2019
Quiz n°21-22 – Ragionamento logico e Cultura generale
Brano 1
Leggere il brano e rispondere a ogni quesito solo in base alle informazioni contenute (esplicitamente o implicitamente) nel brano e non in base a quanto il candidato eventualmente conosca sull’argomento.
La demenza frontotemporale è un deterioramento cronico e irreversibile delle capacità cognitive: è così chiamata perché ha origine da un’alterazione dei neuroni dei lobi frontali e temporali del cervello. Gli studi epidemiologici indicano che si tratta di una patologia relativamente rara, poiché rappresenta il 10 per cento circa dei casi complessivi di demenze.
È caratterizzata inoltre da un’insorgenza più precoce rispetto ad altre demenze come la malattia di Alzheimer: i primi segni di malattia possono infatti manifestarsi tra i 55 e i 65 anni.
Grazie a nuovo studio pubblicato sulla rivista “Journal of Neuroscience”, J.Terreros-Roncal e colleghi dell’Universidad Autonoma de Madrid, in Spagna, hanno identificato le specifiche alterazioni neuronali associate alla demenza frontotemporale nel cervello di esseri umani e di un ceppo di topi di laboratorio geneticamente modificati che rappresentano un modello animale per la malattia. Nei roditori, inoltre, gli autori sono riusciti a bloccare e a invertire il processo degenerativo.
Dallo studio è emerso che il danno neuronale tipico della demenza frontotemporale riguarda nello specifico le cellule granulari dentate, la principale tipologia di cellule che si trova nella regione cerebrale del giro dentato, all’interno dell’ippocampo.
Gli autori hanno dimostrato, per la prima volta, che in pazienti e in animali affetti da demenza frontotemporale, questa popolazione di cellule ippocampali era disconnessa dalle altre regioni cerebrali, con una differenza evidente rispetto ai soggetti normali dei gruppi di controllo. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che le alterazioni nelle cellule granulate umane di recente formazione erano molto simili a quelle dei topi.
Un dato fondamentale emerso in precedenti ricerche è che il giro dentato produce cellule granulari dentate per tutta la vita. Così i ricercatori hanno cercato di sfruttare il potenziale rigenerativo e terapeutico di queste cellule. Attivando chimicamente le cellule e mettendo gli animali in un ambiente stimolante, con ruote e giocattoli in movimento, sono riusciti a compensare le alterazioni morfologiche nelle cellule granulari dentate e a ripristinare parzialmente la connettività interrotta dovuta alla demenza.
Il successo della sperimentazione lascia sperare che, una volta trasferiti sugli esseri umani, questi risultati possano essere utili per comprendere meglio le demenze e aprire nuove prospettive terapeutiche in un ambito, quello dei processi neurodegenerativi legati all’età, in cui le opzioni di cura sono attualmente molto scarse.
(brano tratto da Mind 30 maggio 2019)
QUIZ 21 Dalla lettura del Brano 1 si possono dedurre le seguenti affermazioni:
P1 La demenza frontotemporale è sempre dovuta al danno neuronale delle cellule granulari dentate nell’ippocampo.
P2 Gli autori sono riusciti a trovare una cura per la demenza frontotemporale.
P3 Circa il 10% delle persone anziane soffre di demenza frontotemporale.
Quale/i delle precedenti deduzioni è/sono corretta/e?
QUIZ 22 Dalla lettura del Brano 1 si possono dedurre le seguenti affermazioni:
P1 In modelli animali, la stimolazione ambientale è una componente importante per aumentare la connettività tra le cellule dentate ippocampali e le altre regioni cerebrali.
P2 La stimolazione ambientale migliora le capacità cognitive dei pazienti affetti da demenza frontotemporale.
P3 L’attivazione chimica delle cellule dentate ippocampali riduce i sintomi delle demenze nei pazienti anziani.
Quale/i delle precedenti deduzioni è/sono corretta/e?
QUIZ 21
L’affermazione P1 esprime una causa netta (sempre dovuta). Invece il testo parla di correlazioni affermando “Dallo studio è emerso che il danno neuronale tipico della demenza frontotemporale riguarda nello specifico le cellule granulari dentate”.
L’affermazione P2 parla di una cura esistente, trovata, per la demenza frontotemporale. Invece nel testo si esprime solo una speranza: “Il successo della sperimentazione lascia sperare che, una volta trasferiti sugli esseri umani, questi risultati possano essere utili per comprendere meglio le demenze e aprire nuove prospettive terapeutiche…”
L’affermazione P3 è errata perché sostiene che il 10% delle persone anziane soffre di demenza frontotemporale, mentre il testo afferma che la demenza frontotemporale è una patologia relativamente rara, poiché rappresenta il 10 per cento circa dei casi complessivi di demenze. C’è un errore nell’espressione del riferimento delle percentuali.
QUIZ 22
L’affermazione P1 è corretta. Fa riferimento al brano quando dice: “ … e mettendo gli animali in un ambiente stimolante, con ruote e giocattoli in movimento, sono riusciti a compensare le alterazioni morfologiche nelle cellule granulari dentate e a ripristinare parzialmente la connettività interrotta dovuta alla demenza.”
L’affermazione P2 non è corretta perché parla di miglioramento dei pazienti mentre il brano si limita a riportare solo il miglioramento delle cavie.
L’affermazione P3, similmente alla P2, non è corretta perché parla di riduzione dei sintomi dei pazienti anziani mentre il brano si limita a riportare solo il miglioramento delle cavie.
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Rag.logico e Cult.generale |
Chimica | |
1 | 21 – 22 | 41 |
2 | 42 | |
3 | Biologia | 43 |
4 | 23 | 44 |
5 | 24 | 45 |
6 | 25 | 46 |
7 | 26 | 47 |
8 | 27 | 48 |
9 | 28 | 49 |
10 | 29 | 50 |
11 | 30 | 51 |
12 | 31 | 52 |
13 | 32 | Matem. e Fisica |
14 | 33 | 53 |
15 | 34 | 54 |
16 | 35 | 55 |
17 | 36 | 56 |
18 | 37 | 57 |
19 | 38 | 58 |
20 | 39 | 59 |
40 | 60 |