8.1 Solubilità
8.1 Solubilità
Se in un bicchiere d’acqua sciogliamo gradualmente un soluto (ad esempio sale o zucchero) ci accorgiamo che ad un certo momento il soluto non si scioglie più e rimane sul fondo del bicchiere. Sarà detto “corpo di fondo”.
La quantità massima di soluto che può sciogliersi in un dato solvente si chiama solubilità ed è funzione della struttura chimica dei due composti e della temperatura.
- SOLIDI nei liquidi: In generale il processo è endotermico e, per il principio di Le Chatelier, la solubilità aumenta all’aumentare della temperatura. La pressione non ha alcun effetto significativo sulla solubilità di un solido in un liquido.
Questo avviene perché all’aumentare della temperatura aumenta l’energia delle molecole del solvente che sono capaci così di mantenere in soluzione una quantità maggiore di soluto.
- GAS nei liquidi: La solubilità di un gas in un liquido aumenta con la pressione del gas e diminuisce con l’aumentare della temperatura.
Questo avviene perché all’aumentare della temperatura aumenta l’energia delle molecole del gas disciolto che hanno così una maggior tendenza a passare alla fase aeriforme abbandonando il solvente. Quando un gas è poco solubile c’è una legge di proporzionalità tra solubilità e pressione nota come legge di Henry. Quando cresce la solubilità la legge non è più seguita e si parla di “scostamenti” dalla legge di Henry.
Per quanto riguarda la natura dei soluti e dei solventi svolge un ruolo molto importante la polarità delle sostanze secondo la regola che “il simile scioglie il simile”
- Solventi polari (per ex. L’acqua H20) sciolgono più facilmente soluti polari e ionici.
- Solventi apolari (per ex. Il benzene C6H6) sciolgono più facilmente soluti apolari.
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