8. Le soluzioni
Per parlare di una soluzione immaginiamo un bicchiere di acqua di mare oppure un bicchiere di acqua nella quale abbiamo sciolto un cucchiaio di zucchero. L’acqua è il solvente e, nel caso dell’acqua di mare, il soluto è il sale cloruro di sodio (più altre piccole quantità di altri sali); nel secondo caso il soluto è il saccarosio, lo zucchero bianco comunemente usato nell’alimentazione.
Nei quiz dei test di ammissione le soluzioni sono quasi sempre soluzioni acquose come i due esempi ora descritti.
Possono essere considerate anche soluzioni nelle quali il solvente è un liquido diverso. Nei quiz a volte viene utilizzato il benzene C6H6 un idrocarburo che in condizioni ambientali si trova allo stato liquido che è un composto tipicamente apolare.
Per una definizione più rigorosa diciamo che una soluzione è una miscela omogenea in cui una o più sostanze sono contenute in una fase liquida, solida o gassosa; contiene particelle diverse mescolate e distribuite in modo uniforme nello spazio disponibile in modo che ogni volume di soluzione abbia la medesima composizione degli altri.
Dimensione delle particelle di soluto
Quando le dimensioni delle particelle del soluto risultano comprese tra 1 e 1000 nm, si parla di soluzione falsa, o dispersione colloidale. Se le dimensioni sono maggiori di 1000 nm (1μm) la miscela è detta sospensione e non è un sistema omogeneo. In questo capitolo studiamo le soluzioni omogenee alle quali fanno riferimento i quiz.
Si chiama soluto (o fase dispersa) la sostanza (o le sostanze) in quantità minore e solvente (o fase disperdente o fase continua) la sostanza in quantità maggiore.
Nel caso di composti ionici, le molecole polari del solvente (ad esempio l’acqua) circondano i cristalli del sale; in questa maniera sono indebolite le forze di attrazione tra gli ioni di carica opposta che costituiscono il cristallo, i quali quindi si trasferiranno nel solvente sotto forma di ioni solvatati (termine tecnico per questo fenomeno).
Nel caso di soluti polari, il fenomeno della dissoluzione avviene per attrazione reciproca tra le cariche opposte dei dipoli delle molecole di soluto e solvente.
© il testo e le immagini sono di esclusiva proprietà dell’autore e sono sottoposti a COPYRIGHT – non è consentito alcun utilizzo diverso dallo studio gratuito degli utenti del sito