Si potrebbe procedere per esclusione: mitocondri, plasmalemma, vacuolo e nucleo sono essenziali in ogni cellula vegetale. A dire il vero, ad esclusione del vacuolo, si tratta di strutture essenziali per ogni cellula eucariotica; la membrana cellulare lo è per ogni cellula.

Se si vuole trovare un’importante eccezione a quanto appena riportato si può ricordare il caso dei globuli rossi umani: quando maturi e sani non contengono più né nucleo né mitocondri, ma questo è un caso particolare perché i globuli rossi sono cellule involute la cui unica funzione, o quasi, sarà il trasporto passivo di ossigeno e, ma in quota ridotta, di CO₂.

Quanto ai cloroplasti, la cui ben nota funzione è quella di svolgere la fotosintesi clorofilliana, che necessita di luce, si formeranno soltanto negli organi esposti alla luce, come le foglie o i giovani fusti. Derivano da organuli denominati proplastidi o protoplastidi, dotati di loro genoma di tipo batterico (endosimbiosi), che sono indotti a differenziarsi in cloroplasti proprio dalla luce, per poter svolgere la fotosintesi. Negli organi di riserva come le radici o i semi, si differenziano invece plastidi di riserva, chiamati leucoplasti, ulteriormente distinguibili in amiloplasti, per la riserva di amido, elaioplasti, per la riserva di lipidi, proteoplasti, che accumulano proteine. Esiste anche un terzo tipo di plastidio, il cromoplasto, che può derivare direttamente da un proplastidio oppure, più spesso, essere la fase senescente dei cloroplasti. La differenziazione di un plastidio non è permanente, si può citare come esempio il caso degli amiloplasti delle patate: se il tubero è esposto alla luce per un certo periodo di tempo, questi si trasformano in cloroplasti, donando un colorito verdognolo alla patata. La differenziazione in cromoplasti è irreversibile.