Per comprendere bene il sistema AB0 dei gruppi sanguigni è necessario tener conto delle tre componenti coinvolte:

1. Genetica: nel sistema AB0 si manifestano tre fenotipi dovuti a tre alleli diversi denominati normalmente I^A, I^B e I⁰ (poliallelia) dove i primi due sono alleli codominanti (si manifestano sempre, non richiedono l’omozigosi, se presenti entrambi si manifestano entrambi) mentre il terzo è un allele recessivo (si manifesta soltanto in omozigosi);

2. Citologica: i globuli rossi esprimono una particolare proteina di membrana, ad ogni allele corrisponde una diversa variante di questa proteina: se è presente l’allele I^A la membrana conterrà la variante A, se presente l’allele I^B sarà presente la variante B, se presente I⁰ sarà presente una proteina di tipo “né A né B”, un allele presente determina sempre la presenza della proteina codificata (anche I⁰ ma questa apparente contraddizione con l’essere recessivo si può comprendere soltanto dopo aver compreso l’aspetto immunologico), vediamo soltanto un esempio, per capire meglio: il genotipo eterozigote I^AI⁰ ha proteine di membrana di tipo A e e di tipo “non-A e non-B”, al prossimo punto si comprenderanno le conseguenze di ciò;

3. Immunologica: il sistema immunitario di ognuno di noi può produrre anticorpi capaci di riconoscere o meno le diverse varianti della proteina di cui sopra ma esistono soltanto anticorpi anti-A e anti-B, le proteine codificate dall’allele I⁰ non sono quindi riconoscibili né dall’anticorpo anti-A né dall’anti-B. Il riconoscimento di una proteina da parte dello specifico anticorpo in immunologia di solito è un segnale per la distruzione della cellula portatrice (vale tanto per l’apoptosi programmata che per la distruzione di cellule infette, tumorali o riconosciute come estranee, come nei trapianti o, ed è il nostro caso, nelle trasfusioni, che poi non sono altro che il ”trapianto” di un tessuto connettivo liquido esogeno in un soggetto). Gli individui che appartengono ad un determinato gruppo sanguigno producono soltanto gli anticorpi che non agglutinano il loro sangue (è inevitabile, altrimenti non nascerebbero), al limite ci si potrebbe chiedere perché li producono, ma in realtà il fenomeno è perfettamente in linea con i normali processi di riconoscimento e demolizione del “not self”, di ciò che viene riconosciuto come estraneo e pericoloso. Cosa accade, quindi, nel caso si possieda, ad esempio, sangue di gruppo B? Il soggetto esprimerà la proteina B (antigene B) sulle membrane degli eritrociti e l’anticorpo anti-A in circolo nel plasma sanguigno. Qualora ricevesse sangue di gruppo A o AB immediatamente le proteine A (antigene A) delle emazie ricevute verrebbero riconosciute dagli anticorpi e inizierebbe prima l’agglutinazione e poi la demolizione dei globuli rossi ricevuti, con febbri, rischi di trombosi, stress metabolico e aggravamento del deficit ematico già presente, il soggetto potrebbe addirittura morire. Un soggetto AB non produce anticorpi quindi può ricevere qualunque altro gruppo senza danni (accettore universale) ma tutti gli altri gruppi agglutinano il sangue AB, un soggetto di gruppo 0 ha solo proteine non-A e non-B (non possiede antigeni) sulle membrane delle emazie quindi il suo sangue può essere ricevuto da chiunque (donatore universale), possiede però sia gli anticorpi anti A che anti-B per cui può ricevere soltanto da altri soggetti di gruppo 0. Esistono anche altre forme di intolleranza, prima fra tutte quella derivante dal sistema Rh, per cui possono verificarsi problemi di rigetto anche tra soggetti con lo stesso gruppo sanguigno. // Antigene = qualunque struttura molecolare o submolecolare venga riconosciuta dal sistema immunitario e scateni una reazione dello stesso.

Risposta E) è quella corretta.

Un individuo A possiede l’antigene A (proteina di tipo A) sulle membrane dei globuli rossi.